Che collegamento ci può essere tra il problem solving e il linguaggio dei colori che indossiamo?
Mi sono divertita a fare una sorta di correlazione tra tra questi due mondi apparentemente lontani ed ecco cosa ne è venuto fuori. Ma prima, facciamo un passo indietro.
Prima di procedere voglio fornire qualche dettaglio sia sul problem solving e relative tecniche creative sia sul significato che hanno i colori in psicologia e quindi cosa dicono dei nostri outfit.
Il Problem Solving e il Pensiero Divergente
“Ho un problema“, “C’è un problema” Quante volte abbiamo detto o sentito questa frase, io personalmente l’avevo sempre associata a qualcosa di negativo. Problema = difficoltà, disagio, incertezza.
In realtà le scienze che studiano la mente definiscono “problema” un quesito che:
-ammette una o più soluzioni
-non ha una risposta immediata
-per risolverlo occorre trovare la strada giusta con passaggi intermedi.
Il Pensiero Creativo nel Problem Solving
La soluzione dei problemi, più usata nella versione inglese di “problem solving”, è diventata oggetto di molti studi. In particolare, Max Wertheimer, studioso gestaltista, ha portato una visione diversa introducendo il concetto che nella soluzione dei problemi, è importante rielaborare i dati a disposizione in modo nuovo e creativo. Definito con il nome di pensiero produttivo questo concetto si è poi evoluto nel pensiero divergente.
Il pensiero divergente richiede quindi flessibilità, fluidità nelle associazioni di idee, originalità e capacità di ridefinire i termini dei problemi. Ecco perché viene automatico associarlo alla creatività.
Ecco anche perché, molti di noi si bloccano nell’applicare questa modalità. Associando questo concetto a persone con doti eccezionali nelle arti figurative, nella scrittura, nel design, nella musica…pensano di non essere “creativi”.
In realtà, sempre gli studiosi ci danno una buona notizia e cioè che la creatività è un tipo particolare di pensiero che è a disposizione di tutti quelli che lo riescono a stimolare fin da piccoli e nei diversi contesti (ambiente familiare e scolastico in primis).
Il Metodo dei Sei Cappelli e il Linguaggio dei Colori
Arrivando al cuore di questo articolo, una strategia divertente per favorire i nostri processi creativi è la tecnica dei “sei cappelli per pensare” di Edward de Bono.
Questa tecnica può essere utilizzata sia individualmente, per far fronte a un problema da diversi punti di vista, oppure in gruppo. Il cappello obbliga chi lo indossa a ragionare secondo schemi definiti dal colore dello stesso.
Ecco quale è stato lo spunto che mi ha fatto trovare un collegamento tra il problem solving e il linguaggio dei colori che indossiamo.
I colori hanno un significato psicologico, parlano una lingua a livello inconscio. La lingua delle emozioni che usano viaggia a livello inconscio e influenza il nostro comportamento senza che ne siamo necessariamente consapevoli.
I colori hanno un significato simbolico, associato alla cultura di appartenenza. Ecco che quindi un colore per alcune persone assume un significato molto diverso da altre.
I colori hanno un significato personale, legato alla nostra storia come individui. Associamo a un colore altre tipologie di preferenze che lo richiamano, oppure ricordi vissuti.
Ho fatto un mix tra i vari concetti delle tecniche creative di problem solving e il linguaggio dei colori negli outfit e mi sono divertita a creare per ognuno di essi un “messaggio” riassuntivo che racchiude entrambi i mondi e che ha lo scopo di attivare una riflessione nel momento in cui scegliete dei colori.

BIANCO
Metodo dei sei cappelli: dati oggettivi a disposizione, documentazione, neutralità
Negli outfit: purezza, trasparenza, semplicità
Messaggio: “Non ho niente da nascondere“.
ROSSO
Metodo dei sei cappelli: rabbia, sensazioni, emozioni, presentimenti, intuizioni, emotività
Negli outfit: energia, eccitazione, sicurezza, coraggio, passione, motivazione
Messaggio: “Vado dove mi porta (o non mi porta) il cuore”.


VERDE
Metodo dei sei cappelli: creatività, nuove idee, movimento, provocazione fertile
Negli outfit: armonia, equilibrio, tenacia, calma, concretezza
Messaggio: “Con i tempi necessari arrivo all’obiettivo prefissato”.

GIALLO
Metodo dei sei cappelli: ottimismo, speranza, pensieri costruttivi, positivi, evidenzia le opportunità
Negli outfit: ottimismo, positività, sicurezza, convivialità, concentrazione
Messaggio: “Per me il bicchiere è sempre mezzo pieno”.

NERO
Metodo dei sei cappelli: aspetti oggettivamente negativi, l’avvocato del diavolo
Negli outfit: sostanza, autorevolezza, solennità, formale, distanza
Messaggio: “Riesco a distinguere tra figura e sfondo”.
BLU
Metodo dei sei cappelli: controllo, organizzazione, pianificazione, coordinamento
Negli outfit: concentrazione, lucidità mentale, fiducia, ordine, regolarità
Messaggio: “Sono una persona della quale ci si può fidare“.

L’outfit come strumento di comunicazione
Ovviamente, il colore di un singolo capo non è tutto. E’ la somma che fa il totale. L’intero outfit, dalla forma dei vestiti ai tessuti, contribuisce al messaggio che trasmettiamo. Ecco perché scegliere con consapevolezza il proprio look può influenzare il modo in cui siamo percepiti.
Mentre scrivevo questo articolo, mi è venuta un’idea: associare queste riflessioni alle soft skills e all’abbigliamento. Ma di questo parlerò in un prossimo articolo! 😉
L’abito fa le soft skills. Immagina il successo, trasmettilo con stile